Andrea Mastrovito. Quando il cielo finisce

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Descripción / Sinopsis

La Galleria Michela Rizzo è lieta di presentare Quando il cielo finisce, seconda mostra personale di Andrea Mastrovito. L’esposizione inaugura i nuovi spazi di Palazzo Palumbo Fossati a Venezia, segnando un momento di rinnovamento e continuità nella storia della galleria.

Con questo nuovo progetto, Mastrovito mette in scena un tributo agli artisti storici che hanno contribuito al percorso della Galleria Michela Rizzo, reinterpretandone le opere e intrecciandole con il proprio immaginario visivo. Il punto di partenza si trova nella mostra La diseducazione al reale (2021), che aveva inaugurato la collaborazione con la galleria e posto le basi per una riflessione sul disegno come linguaggio stratificato e dispositivo di riscrittura del reale.

In Quando il cielo finisce, l’artista sviluppa una narrazione corale in cui incisione, intarsio, pittura, disegno a pastello e frottage si sovrappongono in una trama di immagini, materiali e significati. Il titolo stesso rappresenta un paradosso poetico: il cielo, simbolo dell’infinito, è in realtà un confine fisico, una soglia che separa la nostra percezione dallo spazio. Su questa soglia si muove Mastrovito, costruendo un dialogo tra i maestri del passato e la gioventù del presente, tra l’eredità e la possibilità.

Le opere di Vito Acconci, Hamish Fulton, Lawrence Carroll, Fabio Mauri, Maurizio Pellegrin, Roman Opalka, Nanni Balestrini e Antoni Muntadas emergono come presenze fondative, accomunate da una riflessione sul limite, la resistenza e la perseveranza. Mastrovito le assume come terreno di confronto, generando un nuovo paesaggio iconografico in cui l’infanzia, l’adolescenza e la formazione dell’individuo diventano protagoniste: figure che giocano, combattono, si ribellano e imparano, dando corpo a un immaginario insieme poetico e politico.

Tra le opere in mostra spiccano La crociata dei bambini, in dialogo con il Muro Occidentale o del Pianto di Fabio Mauri, The Frontline is Everywhere, ispirata a Alcuni di Maurizio Pellegrin, e Non vogliamo niente, dove le figure infantili si muovono tra i collage tipografici di Nanni Balestrini. In queste composizioni, il disegno e l’intarsio si fondono in un gioco di piani iconografici e semantici che dissolve i confini tra i linguaggi.

Il percorso prosegue con una serie di frottages/collages che reinterpretano immagini di fiori commemorativi, trasformando il lutto in gesto, in dialogo con i lavori di Fulton, Balestrini, Opalka e Carroll. Nell’ultima stanza, alcune piccole lavagne con abaco raccontano scene di guerriglia urbana: figure che si riparano dietro libri, cataloghi e testi storici della galleria – da Vogliamo Tutto di Nanni Balestrini a Ladies and Gentlemen di Antoni Muntadas – in un atto di resistenza e memoria. Attraverso questo corpus di opere inedite, Mastrovito costruisce un omaggio alla storia della Galleria Michela Rizzo, ma anche una riflessione sul nostro tempo: un cielo che, pur finendo, lascia intravedere nuove possibilità di visione.

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Público